DECENNI
Infanzia
Valerio Romani Adami nasce a Bologna il 17 marzo 1935.
La madre è di origine siciliana, mentre il padre discende da una famiglia di Fermo.
Il suo primo ricordo d'infanzia è un ricordo musicale: la banda che suona il Requiem di Verdi ai funerali di Guglielmo Marconi.
Anni 50
Durante le vacanze estive veneziane si sviluppano per il giovane Valerio delle esperienze feconde:
“Le estati al Lido avevano in serbo per me anche un'altra educazione al vedere. Nella nostra cabina sulla spiaggia veniva spesso a farci visita un conoscente austriaco di mia madre, un corteggiatore di zia Bianca, che faceva parte della giuria del Festival del cinema; con la sua complicità trascorrevo interi pomeriggi davanti allo schermo nella grande sala del Festival, guardando i film in concorso. E poi a Venezia c'era Pound, che un giovane amico accompagnava ogni giorno nelle sue passeggiate silenziose alle Zattere, a cui presto mi aggiunsi anch'io. Camminare a fianco di quel grande poeta solitario e taciturno era anche un atto di devozione alla sua poesia, ai Cantos, che ancora oggi continuo a rileggere.”
Anni 60
Nel 1960 espone alla Galleria l'Attico di Roma, pubblicando nel catalogo lo scritto Referto:
“Dipingere oggi è realizzare un racconto: comunicare la nostra vita quotidiana, dai fatti che vediamo con i nostri occhi intorno a noi, a quelli che ci vengono raccontati; dalla comunicazione di massa: i giornali, le immagini alla televisione, alle notizie della guerra, della fame, dei disordini; testimoniare l'esperienza di questa realtà, al di là di ogni concezione vaga, di ogni "psicologismo pittorico", di ogni posizione misticheggiante e confusa, così al di là di quadri prodotti da stati vicini alla nevrosi, da eccitazioni sensuali, da ostentazione di potenza; dobbiamo cercare metodi per stabilire un ordine.”
Anni 70
Marrakech. È questo il primo viaggio "arabo" degli Adami, un viaggio della memoria in cerca dei luoghi che ispirarono André Gide, Pierre Loti, ma anche Delacroix e i pittori orientalisti.
A Marrakech lavora alla serie di quadri “Les Arabes”.
Nel 1970 il Musée de la Ville de Paris (ARC) gli dedica un'ampia retrospettiva, a cura di Pierre Gaudibert, la mostra verrà in seguito trasferita al Kunstverein di Ulm.
Anni 80
Nel 1980 l'amico Luciano Berio gli dedica un duetto per violino dal titolo Valerio e Italo Calvino scrive Quattro fiabe d'Esopo per Valerio Adami ("I ‘Espresso", 5 ottobre).
“Valerio Adami è un pittore che conduce una riflessione sulla pittura, tiene un diario di aforismi, in cui segna le sue osservazioni sugli elementi del disegno e della pittura", racconta lo scrittore in un'intervista trasmessa da RAI 3 (L'arte in questione,12 novembre 1980).
“Mi aveva dato questi diari manoscritti e mi sono segnato parecchie delle sue riflessioni - scrive Calvino. Sulla base di queste idee ho scritto delle favole esopiche, anche perché lui aveva fatto un quadro che si chiamava Esopo, favole che hanno come personaggi la linea, la mano, il colore, una specie di messa in favola delle sue riflessioni [...]. La pittura di Adami mi interessa per questo elemento analitico, questo suo riferimento esplicito a un classicismo che mi ha spinto a scrivere dei testi di tipo classico, come le favole esopiche.”
Anni 90
Lasciata la grande villa Cantoni di Arona, si trasferisce a Meina, sempre sul suo amato Lago Maggiore, dove acquista e ristruttura la casa I Diosperi, che sarà per lui rifugio estivo protetto dove poter disegnare.
“Mi piace chiamare la matita il ‘Lapis’ che era la pietra degli alchimisti. La tendenza sarebbe di non uscire dal proprio guscio, di vivere in pace in una stanza protetta”
Anni 2000
Alla morte della madre Jolanda, nel 2000, le dedica il dipinto “Par cœur”. L'editore SE pubblica l'edizione italiana dei suoi taccuini, con il titolo Sinopie.
A Meina, nel restaurato Museo di Villa Faraggiana, la Fondazione Europea del Disegno, presieduta da Adami, inizia a progettare un programma di attività seminariali sul tema del disegno in tutte le sue forme, come idea, come pratica e come filosofia di osservare e dare forma alla realtà.
2010\oggi
Nel 2011 realizza il sipario per il teatro Les Ballets di Monte-Carlo.
La città di Lucca, nel mese di settembre, celebra il suo lavoro con un trittico di mostre dedicate ai suoi disegni, ai dipinti e agli acquerelli. Dall'incontro con Ultimi cori per la Terra promessa di Giuseppe Ungaretti nasce il quadro “La terra promessa”, pubblicato come copertina nell'inserto La Lettura de "Il Corriere della Sera" (27 novembre 2011).